Km 0
Latteria di Lentiai, ovvero una vita a chilometri zero.
"C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico…": non mancano mai di affascinare questi versi di Giovanni Pascoli tratti da una delle sue più belle composizioni, "L'aquilone". Ritroviamo in essi echi di tempi lontani, le risate degli amici, le lunghe fughe verso "la Piave", l'ingannevole luccichio delle lucciole, il profumo dell'erba appena falciata, le mucche al pascolo lungo i crinali che guardavano verso Col d'Artent, il gusto del latte appena munto che andavamo a prendere in latteria con il vasetto di alluminio. Già, la Latteria! Costruita nella sua versione attuale tra il 1924 e il 1926, rappresentava già allora, con i suoi 115 soci fondatori, un perfetto esempio di quella filosofia contadina basata sulla cura del territorio, la genuinità della materia prima e la tipicità dei prodotti: una sorta di carta di identità territoriale che, nelle nostre piccole realtà casearie, ha resistito al trascorrere degli anni, all'erosione del mondo rurale, al variare delle mode, troppo spesso condizionate dalla pubblicità e dal consumismo, e alle pastoie di una regolamentazione sempre più soffocante e incomprensibile.
In buona sostanza la nostra Latteria ha sempre rappresentato, assieme alle moltissime altre scomparse a causa dello spopolamento della montagna, dovuto prima all'emigrazione e poi all'industrializzazione del dopo Vajont con conseguente diminuzione delle distese prative ingoiate dal bosco, l'applicazione di quel fenomeno socio-economico, entrato nell'uso comune negli anni a cavallo tra il 2004 e il 2007, che si identifica nella locuzione "a chilometri zero". Come diceva il Pascoli quindi "qualcosa di nuovo, anzi di antico": infatti, a ben guardare, l'intero ciclo storico del nostro caseificio ha sempre mirato a promuovere il patrimonio agroalimentare locale, garantire un prodotto fresco, sano e stagionale, conservare una propria diversità, favorire la conoscenza diretta dei produttori e il coinvolgimento diretto nelle attività sociali: tutti fattori che sono alla base di quel progetto "a chilometri zero" lanciato dalla Coldiretti e Regione Veneto. Giova anche sottolineare come venga assolutamente rispettata l'idea di fondo del "chilometro zero" e cioè il minor numero di chilometri possibile da percorrere per arrivare dal luogo di produzione a quello di vendita e di consumo con conseguente riduzione del livello di inquinamento dovuto all'emissione di anidride carbonica.
Sarà pur vero che sono ormai lontani (e dimenticati) i tempi in cui il latte passava dalle stalle alla Latteria grazie ai bidoni ricolmi trasportati a spalla con il "bigol": ancora oggi comunque i soci, pochi allevatori specializzati che tuttavia producono quantità di latte superiori ai tempi d'oro, gravitano sul territorio mentre i prodotti vengono smerciati direttamente allo spaccio interno oppure attraverso commercianti e grossisti che se non sono a "chilometri zero" poco ci manca. In ultima analisi la Latteria Cooperativa di Lentiai non solo guarda al passato per programmare il futuro ma piuttosto conserva nel presente i valori di un'eredità storica, quella del mondo agricolo e rurale sempre attuale e moderna: merito anche dei soci, giovani imprenditori che hanno fatto del loro lavoro una sorta di servizio a favore dell'ambiente ma soprattutto di attenzione nei confronti della clientela con un rapporto interpersonale che gratifica l'intera filiera e favorisce il recupero e la conservazione di sapori e gusti tipici degli alimenti e delle ricette locali.